EKSİK
A dì 21, per lettere di Napoli di 12, come, a dì 9 octubrio di domenega, tarentini con gran solenità et festa a se ipsis proprio motu havevano levato le insegne di messer San Marco in quatro canti di la cità, e che tutti volevano star sotto il governo et protetion de’ venetiani. E questo fu non sapendo ancora tarentini di la morte del re Ferandino; e che dicono che, in caso che nostri non li volesseno acceptar, se voleno omnino dar sotto il Turcho. E questo è ’l lhoro fermo proposito, né per niun modo voleno più tornar sotto caxa di Aragona. Et che francesi, che ivi sono in le forteze, etiam son consentienti, et voleno dar le forteze a la Signoria nostra. Et che ’l primo luogo di Taranto che ha levato San Marcho è la rocha, ch’è in poder, come ho ditto de’ francesi, con speranza di haver da’ venetiani il suo servizio, zercha ducati 12 milia. Et il secondo loco è la piaza per nome di nobeli e citadini di Taranto. El terzo è una de le porte da terra per nome de tutti li albanesi ivi habitanti, che assai ne sono. El quarto è l’altra porta, per nome de tutti i greci e altro populo tarentino. È da saper che, avanti facessino tal deliberation di darsi a’ venitiani, havendo tarantini fermo proposito de mai più star sotto il governo di aragonesi, volseno intender di la condition di tutte le potentie de Italia sotto le qual se potevano essi tarentini fidarsi, e fra li altri, uno disse di la condition de’ venitiani, dicendo che tutte citade che sono soto di lhoro dominio erano amplificade et bonificade per la libertade hanno li citadini, e per la justitia li vien ministrata, né hanno timor alcun toglia il suo per forza. Alhora concluseno volersi dar a’ venitiani.