Kaynak Türü
YAZIŞMA
Cilt No /Belge No
45/0288-91
Kayıt Tarihi
Haber Tarihi
Haberin Kaynağının Adı
Marco Minio
Haber Kaynağının Niteliği
Elçi
Haberin Çıkış Yeri
Haberi Alanın Adı
Francesco Minio
Haberi Alanın Niteliği
Aile
Haberin Geliş Biçimi
Mektup
Haberin Ulaştığı Yer
Venedik
Kayıt İçeriği

Elçi Marco Minio'nun İstanbul'a yaptığı yolculuğu ve İstanbul'a varışını kardeşi Francesco Minio'ya detaylarıyla anlattığı mektubu

Kaydın Metni

Copia di una letera da Constantinopoli di sier Marco Minio orator nostro, data a di 8 Mazo 1527, scritta a sier Francesco suo fratello, recevuta a di 9 Zugno
L’ultimo mia fo di 27 Marzo dal Zante, per la qual significai come la seconda volta se levasemo dal porto del Zante, et andati in mar per alcuni miglia, per vento gaiardo et grandi sordioni di mare rumpesemo l’antena apresso la ligature, si che il ventame casco fuori di galia, che fu cosa a beneficio di molti poveri homeni che sariano sta morti et altri stropiati. Ritornati al Zante tolesemo uno penon di sier Jacomo Securo, el qual il dicto hevea fatto portar de li per la sua nave fa far al presente de li. Et di quallo fu facto il ventame di la nostra antenna, et fu il meglio trovesemo de li; ma non é sufficiente, sic he convenivemo navegar cum grandae riguardo. Et per Avanti se rumpete il ditto ventame apresso la zonta, ma alore fu conzo metandeli un’altra zone; siche habbiamo sostenuto uno molto duro navegar, et si levassemo la terza volta dal Zante a li 31 marzo, et cum nui si levono tre nave et tre schirezi erano in quell porto. Le nave furono: qualla di Cotron carga di fructi, qualle di Otronto carga de olio, le quale andavano in Alexandria. La terza nave è da Corfù, partionevoli li Avrami, la qual andava a Salonichi a cargar formenti; et ancor tre schirazi, uno di qual andava a Constantinopoli cargo de olio: et come fussemo cerca miglia 25 in mare, se levò vento molto furioso da ostro et garbin, per modo che fussemo astrecti ritornare. Et non volesemo andar al Zante; ma andasemo a la Nata porto sopra ditta insula del Zante in miglior levata. Come se dice, vene in ditto porto ancor tutte le nave et schirazi sopraditti, et Ceceno bene perchè la seguente notte fece una grandissima fortuna di vento, mare et impetuosissima tempesta, la qual fu tanto terribile che busò la tenda de la nostra galia credo in più di cento lochi. Convenissemo dimorar de lì tino a li 4 April. li qual zorno se levassemo dal ditto porto de la Nata, et subito da poi il nostro levar feceno ancor vela li sopraditi navili, zoè nave et schirazi, et tutti andarono a suo camino, si che a la quarta volta che si levasemo de l'insula dil Zante ne fu permesso a seguir il nostro viagio; che certo è stata cosa di nostra grandissima molestia, che tre volte habiamo convenuto ritornare a drieto in uno istesso loco. Levati da la Nata a li 4, a li 8 giongesemo a Napoli di Romania per far impalmar la galia Contarina, soracomito sier Andrea,la qual è stà ritrovata assai mal conditionata ancor che a l'Arsenal fusse stà conzà di novo. In alcuni lochi era stà impegolata senza le stope, et di qua procedeva che la galia feva aqua. Et quando si feva secar, se retrovava l' aqua chiara. La coperta feva danno per esser stà male cataratta. Credo al presente in l'Arsenal se lavora molto mal et di roba molto cattiva; et per il sopracomito è stà usata gran diligentia. Sier Domenego Zorzi soracomito, è in conserva, ha voilà il seo, et la sua galia è mal conditionata. Poste tutte do le galie ad ordene, si levasemo a li 16 avanti giorno il magnifico Capitanio di le bastarde, il qual si levò cum nui dal Zante, quando rompesemo. I'antena andò di longo a Cerigo et Il ne aspetò per acompagnarne alquanto avanti per securtà nostra. Et havendo inteso nui esser passati da Cao Malio, ne vene a retrovar a Napoli et di seguente con intentione de acompagnarne; ma perchè in Napoli havean bisogno di formento, il regi mento pregò ditto Capitanio volesse andar a ritrovar una nave da Napoli che havea cargà orzi el formento apresso Napoli, da poi era andata per suplir al suo cargo a cargar valonie in lochi turcheschi el farla andar a Napoli, et però lui se levò con la galia bastardela Malipiera che glonse il di precedente che veniva de Candia, che per fortuna sì separò di la sua conserva Pixana et lassò la galia Bemba bastarda a Napoli vechio per securtà de la nostra galia Palmava. De li partiti da Napoli a il 16, con bon vento andasemo quel giorno al Damala, et essendo per mezo et Castri, vedesemo la nave Nanà sopra la quale era li rectori de Napoli. Se aproxemasemo a lei cum le galie; li do Consieri et il Patron di la nave montorono in barca et veneno da mi, mi dixeno il baylo Pizamano esser amatalo da cataro, el hebbi vostre lettere di '27 Fevrer. A li 18 navigasemo con bon vento; si che deliberassemo star la notte seguente in mar con speranza di dover andar il seguente giorno in Streto a li castelli, et fesemo quella notte un bel camino. Come fu giorno, che fu a li 19, si messe la buora: podevemo essere miglia '25 luntan da Tenedo: non potessemo seguir il nostro camino; ma cum grandissima diftìcultà andasemo sopra la Natolia ad uno loco ch' è uno cargador de sali, et li sorzesemo. Il di seguente se levasemo sperando a remi poter andar in Stretto; ma se inforzò la buora, convenisemo sorger poco luntano dal primo loco, poi a li 23 si messe il vento da siroco, si levasemo et andasemo a li castelli. Et havuta immediate licentia del castello, sequisemo il camino, et andasemo a Galipoli. Lassai la galia Zorza a li castelli con ordine dovesse intrar dentro da li castelli, perchè cussì havea richiesto il castellano per magiare securtà de la galia, el questo perchè li ordenai non se partisse senza altro mio ordine. Et questo ho facto, perchè al presente sopra il mare si ritrova fuste di corsari christiani et ancor turchesche, prometendoli che gionto rosse a Costantinopoli, subito li faria intendere quello lui havesse a fare, overo di expectare overo di ritornarsi adrieto; et tutto questo ho posto in scrittura. Ho facto questo perchè, gionto sarò a Costantinopoli, se vederò di expedirmi subito come spero, farlo aspetar el mio ritorno, se veramente non, li scriverò se debbi partir, perchè al mio ritorno si troverà gran numero di fuste sopra il mare. Non scio quello il ditto farà perchè il dimostrò haverlo molto per male, tanta è grande la inimicitia fra questi di Sopracomiti, che magiore non si potria dir. Il di seguente si levassemo sperando di navigare; ma poco da poi si mise una gagliarda buora che sforzati ritornasemo a Galipoli. Tandem, per forza di remi arivasemo a Costantinopoli. A dì ultimo di April zonzesemo a capo di la terra per farlo intender al magnifico missier Piero Zen, et conveni il di seguente andar cum la galia al Scutari a ritrovar il magnifico Imbraim bassà, il quale è passato sopra la Natolia per andar in campo per rispecto di alcuni populi che sono sublevati contra questo Signor, con uno suo capo che si ha reduto a li confini del Sophì, credo per haver favor. De li passano continuamente grande numero de turchi. Hebbi audientia dal ditto magnifico bassà sotto uno paviglione. Fui visto molto gratamenle. Da poi, a li 4 andai a visitatione di Aias bassà et Cassio bassà beliarbei de la Grecia, el da loro fui benissimo visto. La Domenega da matina a di . . . andai a la Porta a basar le man a questo Gran Signor; fui acompagnato da grande numero di cavalli turcheschi et de nostri mercadanti. Trovai la Porta benissimo ad ordene, altramente di quello trovai l'altra volta veni de qui ambasiator. lntrato dentro dal Signor, fui visto et aldido molto gratamente da Sua Excellentia. Questa audientia è stata tanto honorevole et di grande reputatione di la Signoria, che tutta questa terra ha che dire, et ritornai a casa ancor acompagnato molto honoralamente. È grande differentia da questa a l’altra volta. Zercherò di expedirmi più presto porò, perchè il morbo molto si agumenta. Non son stà da Mustafà bassà, perchè è stato fuora di la terra et è mal conditionato de le gambe, si che non si adopera. il Gran Signor li ha fatto ruinar il suo bagno che dicto bassà novamente havea facto. Non ho ditto, che partito da lmbraim bassà fessemo la intrata in Constantinopoli honoratamente, et sum alogiato a la Zudech. Si arma di qui galee 10 per mandar a cercar corsari. Capitano di quelle sara Curtogoli. Ho procurato li sia imposto tal ordine che non habbi a far danno a nostri navilii Sono stà ruinati do altri bagni, et questo è stato per le aque haveano tolto che non podevano corer a comun beneficio, come prima facevano. Hozi a di 8 sum stato a visitation di Mustaphà bassà il qual era in lecto vestito, però ha le gotte. Stesemo longamente a ragionare.

Kaynak Bilgisi
M. Sanuto, I Diarii di Marino Sanuto, Forni Editore, Bologna, (1969).