Elçi Pietro Zen'in oğlu Francesco Zen'in İstanbul'dan Venedik'e döndüğünde Marino Sanuto'ya anlattıklarının özeti
Sumario di quanto intesi da sier Francesco Zen di sier Piero, ch' è orator al Signor turco, venuto da Constantinopoli per terra a dì 6 Dezembrio 1523.
Come era venuto per terra in zorni 36 da Constantinopoli fino a Ragusi con cavalli 20, lui et sier Stefano Trivixan qu. sier Nicolò, et altri mercanti, quali haveano con loro da ducati 40 milia in zercha venitiani et soldaini. Et haveano uno zaus con loro ai qual donono ducali 100 fin a Ragusi: e nel venir, per tutto ebeno bona compagnia, perchè quasi tutti è christiani.
Item, che a Constantinopoli è bon viazo ; vi capitò 4 nave nostre a un tempo con merchadantie; il Signor le voleva mandar in Alessandria, tanto operò l'Orator che le fu liberate. Si fa di panni di seda che si manda de lì; sono nostri mercanti nobeli numero 4, sier Zuan Nani di sier Polo, sier . . . . Morexini qu. sier Anzolo qu. sier Ziprian, sier Piero Valaresso di sier Polo, sier Francesco Bon di sier Alvise, poi altri fatori populari, li qual tutti stanno in Pera.
Item, che la peste era granda; ne moriva al zorno . . . . niun si schivava; ha scorso gran pericolo: il Baylo si apestò, perchè uno mori per mezo caxa soa fo portà iusta il solito in strada dove fo pianto da li parenti, e lui, sier Andrea di Prioli baylo cridò fusse portà via et se incolorò, dove li saltò la peste, in zorni 4 morite, nè mai volse dir I' havesse; fu posto in deposito in la chiesia di san Francesco, et la nation andò acompagnarlo a la sepultura; et per avanti sier . . . . . suo fiol ave la peste et varite.
Item, che in caxa di lo Orator che steva in Costantinopoli 4 si apestò, 1 morite, 3 varite. Havia aspri . . . . al zorno dal Signor per spexe, ch' è ducati 6, et stava con lui certe guardie; el fino non andò a basar la man al Signor non si andava fuora; poi si andava dove si voleva, et veniva tutti chi voleva da esso Orator; et come el Signor levò li aspri, le varde fo levate.
ltem, come el Signor è palido, grando, ma di color . . . . . ha anni zercha 32, veste di raxo, i tulimoni è di sora castani di zambeloto beretin l' avea quando il dete audientia a l' Orator; qual era sentà su un mastabè con i piedi in terra dil mastabè sul qual era uno tapedo e uno feltron fin con do cussini . . . . . e li bassà sentadi, ch' era numero 3; per mezo è intrato l'Orator. Li bassà lo aferò e lo menò a basar la man al Signor, e cussi fe' Jacomo Vedoa secretario e lui sier Francesco Zen e sier Carlo sò fratello e il Soracomito, poi ussiteno e rimase l'Orator e il secretario soli dal Signor, nè l'Orator disnò là quel zorno perchè era i loro ramadan. Haveva 4 bassà, videlicet Achmat ch' era primo visir, Embrain qual etiam è bilarbel di la Grecia, et Aias. Il quarto, ch'è Mustaphà, fo capitanio di l'armata etiam che andò a Rhodi, era al Cayro. Et questo Embrain, per esser l'anima dil Signor, di età anni zercha 32, di nation di la Parga, per esser lui primo visir mandò Achmet al Cayro, si che è il primo et à grandissimo poter col Signor e fa quetto voi; di lui dirò di sotto. El Signor non è lusurioso, atende a soe moier, ha fioli.
Item, per quetto si dice, non è sodomito come li altri Signori turchi, tamen à 'I seraio di garzoni et di done. È bon signor, ama la iustitia e dice ha tolto Rhodi et Belgrado per forza per le insolentie li fevano contra soi subditi. Ha piacer molto di caze, et spesso va con ditto Embrain et assà altri cavalli, zercha . . . . . lontan in certe vallete dove ha una casa di legname per il Signor e una di muro per Embrain fata; poi il resto stano soto pavioni. Era lì a Constantinopoli uno orator di Rossia, et vene uno orator dil Sophi, qual intrò nel paese con 500 cavalli i quali fo mandati indrio, et vene solum con 20 cavalli et . . . . . gambelli con presenti; tamen il Signor non li havia dà audientia, imo intese a Ragusi era stà posto in destreta; el qual portava al Signor una simitara disfidandolo a la guerra; si che mai è stà visto lì a Costantinopoli ditto orator.
Item, come me el Signor have una gran rota ultimate da hongari, et si dice a tempo nuovo farà hoste contra hongari; feva gitar artellarie assà, ma di armada nulla. Vite l'arsenal, che 'I capitanio di Galipoli feva tirar in terra le galie state a Rhodi molto mal conditionate; si che non si ragionna di guerra per mar, e tien vorà la paxe mantenir con la Signoria nostra; et mazime chi stà ben con questo Embrain, el qual è homo molto piasevole, negro, picolo, lavri grossi, è un piacer parlar con lui, et per via soa le cosse di molini di Sibinico fo conze, perhochè Achmat andò al Cayro. Et cussì etiam di confini di Napoli di Romania. (259) El qual el Signor I' ha maridato al presente in una fiola di una vedoa, fo moier di . . . . . . . di Carzego, per gratuirli, come dirò di soto, et presto la dia menar. El Signor ha richiesto la Signoria li man di ducati 8000 di zuchari di Cypro a conto dil tributo, per far dite noze. Questo Embrain era fìol di uno barcharuol overo peschaor di la Parga, il qual è lì a Costantinopoli; va vestido con caxacha d'oro et ha provision aspri . . . . al di dal Signor; ha il suo paese in governo, e si 'I fosse homo di governo, il Signor li haveria dà stado e sanzuchado. Hor questo padre messe il fiol a imparar e sonar di violeta, e di questo si deleteva. Fu preso da certe fuste di turchi et venduto a questa dona vedoa, la qual lo messe drio certo bestiame come christian schiavo, e lo fece renegar a loro modo. Hor il Signor presente, hessendo vivo il padre, andò a la caza in la villa dove habita questa donna, chiamata . . . . . ch' è apresso . . . . . . la qual dona non havendo panni di seda lì di presentarli, li donò questo schiavo. Il Signor ave piacer, et si feva sonar, si che sempre stava in sua compagnia, e li prese tanto amor, che intrato poi in signoria I' à fato prima capo dil suo serajo, poi bilarbei di la Grecia et bassa, et hora è il primo visier; il qual sempre stà col Signor, nè à piacer di altro che di farli cossa che li piaqua, dorme in seragio di le done col Signor e in la sua casa, qual il Signor l' à fata in la cità de Costantinopoli. El Signor è andà a manzar con lui, cossa che mai niun Signor turcho à manzà a cha' de li bassà soi etc. Concludendo, è il fiao dil Signor, qual non poi star un hora si pol dir senza di lui. Non è manzador: è homo iusto etiam lui Embrain, et disse amar molto la Signoria nostra per esser nassuudo solo il so' dominio. Dice “non ho bisogno di denari, ho quetto voio dal mio Signor.” Quelli bassà vanno sempre vestiti con raxache d' oro e tulimadi di seta, etc.
Item, che lì a Constantinopoli le zoie è in precio, maxime li belassi grandi li meteno su la fessa et a li so' cavalli quelli signori, etc.
Item, come vete il Signor venir da la moschea di so' avo, overo per dir come i chiamano la . . . . . dove è sepulti, qual havia prima 600 cavalli con turchi suso a do a do, poi li bassà avanti assà, el Signor solo in mezo di 800 ianizari i qual haveano i archi e mazoche et erano tutt' a piedi, nè apresso il Signor niun cavalchava; et quando el Signor passa, tutti si va a sconder perchè si stesseno su le strade, li janizari li bateriano. Le caxe sono basse e non alte a la greca; fanno caxe che durano solum anni 30 e non più, di legname, con calzina, tessude, etc. In caxa de li bassà nè (260) altri non hanno adornamenti, solum tapedi in terra e feltroni ben fini suso da sentar e cussini, e al muro stuore fine in locho di spaliere; hanno bellissimi cavalli, assà vestimenti cadauno. Le so' done turche di raro si vedeno, tamen a tempo di noze si vede a cavatto da 600 vestite d' oro e di seda con assi zoie atorno.
Item, come il corpo di santa Veneranda, che fo portà di Belgrado de lì, è posto nel patriarcha' in una cassa, e il Signor non voi si veda, perchè el voi haver danari si 'I dia mostrar, per esser in gran veneration in quelle bande di . . . . .
Item, disse come sotto Rodi, morite assà turchi, si da malatie come desasii et dalle artellarie; e il Signor non ha alcun utele di Rodi, e tutti chi vi manda ad habitar li moreno il forzo; si che la brigà si schiva di andarvi.
Item, che I' Orator ha obtenuto quetto ha voluto dal Signor, et andò a tuor licentia et fo vestito di do degne caxache e tulimani d' oro più degne di quetto si suol vestir altri oratori; etiam il secretario e lui fo vestito.
Item, disse che Constantinopoli, a vederlo in mar per bellisimo per il sito, tamen verso la marina le caxe è brutissime; il seragio dil Signor è in alto, grando assai et basso.
Item, sono santa Sophia dove è la moschea, chiexia bellissima più di quella di san Marco, e I' orator have licentia dal Signor di andar dentro a vederla, perhochè in quella non intra christiani; poi sono da numero . . . . . di quelli . . . . . ch' è capelle dove in mezo in modo di deposito è I' archa dil Signor morto, coperta di . . . . . , con la sua fessa, spada sopra e certi soi santi che sempre dicono oration, et luse che ardeno, videlicet quello di Achmat bassà [sic] primo imperator che aquistò Costantinopoli; quello di suo padre di questo Signor, Selim chiamato, et . . . . . . . . . . . . . Et quì è luogo dove stanno studenti a studiar la soa leze; sì che sono quasi hospedali et hanno grandi intrade.
Item, che a Constantinopoli è di ogni nation, e tutti stà in la soa fede. El Signor vol il suo carazo nè di altro se cura; sempre quasi vi è il morbo, ma quelli morbi non è come questi de Italia, perchè molti varisseno di loro.