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Li diremo anchor più oltra, che sanno in qual travaglio è il Stado di Ungria che è del cognato del Catholico per il Turco, et in qual pericolo sia l’Austria. Perilchè non è apresso a homo alchuno verisimile, che non solo non possino, nè vogliano offender altrui, ma anchora non siano per potersi ben difender.

Nè crederemo mai in ogni caso, Serenissimo Principe, che quando ben questo dubio et paura li fosse de qualche travaglio et sacheggio del paese, che per questa sola paura rompesti una sì bona, si stabile et ferma amicitia. Che se consideraranno da un canto il ben che può portar questa leanza a conservation et augmento di questo Stato, et da l'altro canto il male, ruina, et pocho honore quando si rompa, si extimarà questa paura et dubio di tal travaglio et sacheggio una minima cossa a comparation del mal che seguiria in lassar Franza. Et possono molto ben prender esempio dalla Maestà del Re, il qual, non per paura di quello si li volesse far, ma ne anchora con veder una possanza dello Imperator et d'lnghilterra in Franza, volse mai lassar quest' amicitia.

Appresso queste cosse tutte, Serenissimo Principe, assai la conosce le forze grande d' infideli, l'animo qual hanno alla ruina de christiani, il pericolo dove sono le cosse del Stato suo particolar, (lassando il resto tutto, tutto da canto) et quanto turchi estimano la possanza di Franza, et ragionevolmente però la debbe tener per fermo che se intenderano essergli rotto la sua amicitia et confederatione et che sia abandonato da questo Dominio, sapendo il sdegno grande nel qual meritamente intrarà, che usarono di tal occasion in invader da ogni canto la christianità et ruinarla. Et debbeno vostre signorie esser ben certe, che se il Re di presente non ricupererà il Stato suo de Milano (come però fermamente tenemo ricuperarà), che in ogni opportunità che li accaderà, lo vorà ricuperar.

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