Da Constantinopoli, fo letere di sier Marco Minio orator nostro, numero . . . zoè di . . fin 29 Dezembrio.
Scrive quelle occorentie et tratamenti fati con li signori bassì per la conclusion di capitoli, qual tandem non senza gran faticha erano stà conclusi et sotoscriti per il Signor, zoè li vechii come era con il padre, e do capitoli novi, videlicet che ocorendo si trovi in mar corsari turchi, facendo bataia, chi fosse morti sia loro danno, et li presi siano mandati a la Porta per far di loro justitia.
Item, che se navilii o altri legni turcheschi, o de' venitiani troverano navilii o legni di armata, et che loro fosseno di merchadantia, debano calar, et non calando si possano prender; con altre parole, ut in litteris.
Item, dil danno di le fuste è rimasti, che la nave Mosta, che fu presa e conduta di Alexandria, sia soa e vadi per il danno, perchè la paxe non era conclusa quando fu presa dita nave; fa qual però ancora non era zonta li a Constantinopoli, ben si ha era partita di Alexandria: si dubita non sia perita in mar. Scrive, era stà vestito dal Gran Signor, dal qual havia tolto licentia, et che 'I monteria in galia fin do zorni per venir in Candia a intrar nel suo regimento. Scrive che di armata non si fa preparation . . . .