Kaynak Türü
ANLATI
Cilt No /Belge No
02/0699-701
Kayıt Tarihi
Haber Tarihi
Haberin Kaynağının Adı
Andrea Zanchani
Haber Kaynağının Niteliği
Elçi
Haberi Alanın Adı
Venedik Senatosu
Haberi Alanın Niteliği
Devlet Kurumu
Haberin Geliş Biçimi
Rapor
Haberin Ulaştığı Yer
Venedik
Kayıt İçeriği

Osmanlı İmparatorluğu'na yollanan Elçi Andrea Zanchani'nin Senato'ya sunduğu relazione'si.

Özel Not

Çeviri Eksik

Kaydın Metni

Relation di sier Andrea Zanchani, venuto orator nostro dal signor Turcho.

 

Riferite sier Andrea Zanchani, venuto orator dal Turcho: prima come stentò a trovar zurme per la Dalmantia, con la galia del provedador Guoro, et zonta la galia Baxadona a Cataro montò suso, et el provedador Pexaro lo vene a compagnar con do galie fino a la bocha di streto a li Dardanelli, li vene contra le merchadanti nostri, et zonto a Constantinopoli alozoe in Pera, et poi il Signor el luni li die audientia, cossa inusitata, licet quel giorno sia zorno di porta, tamen mai non dà audentia ma vol riposo. Or prima disnoe con li bassà e poi fo introduto a la soa presentia, et il Signor volse lui sentasse prima per mezo di lui e fense di sentar, ma si levò ita che tutti a un tempo sentono, li volse basar la man, lui non volse. Or dimandò come stava el doxe: rispose ben; et che havea spazà do zorni avanti la sua venuta li oratori di Hungaria, quali partino re infecta. Or esso orator expose la sua ambasata, che fo 7 cosse: primo la confermation di la paxe; secondo di le cosse di Franza et Mantoa; terzo dil dacier suo era qui in prexom per il qual li dette ducati 1500; quarto dil Zante e la Zefalonia; quinto di almadari e carazari; sesto di la incursiom in Dalmatia fata e di cosse di Antivari, la cossa di Cataro et Zupa; settimo di merchadanti nostri che li fazi bona compagnia. Item, di navilii presi, et dil schierazo. Et cussì auto audientia da li bassà quelli li disse: esser molti si lamentava di rectori nostri, et era una lettera dil sanzacho di Scutari che nostri deva receto a’ corsari. Item, li bassà li dimandò chi à mazor sangue o mior il re di Franza o Maximilian: rispose crede sieno eguali; poi dimandò chi à più poter rispose il re di Franza, né più si parlò di questo. Or di Zuam di Clovatazi, dacier dil Signor, era qui in prexom, diceano li bassà dover haver ducati 2000, e lui li rispose, questi ducati 1500 havia trovati amore dei; di la Zefalonia non ha parlà perché dà de intrada 12 milia ducati, e Mustafà bei disse dil Zante la Signoria fa fabrichar il castello ch’è contra li capitoli; quanto al ben convicinar e dil mandar il Sagudino, disse non è aceto a Scander bassà, perché quando l’andò a visitar il Turcho e dirli la morte di Gem sultam, passò per la Valona, e non volse dirli questa nova che lui arìa auto molto a caro, e havia fato tornar il baylo, siché Ferisbei sanzaco di Scutari al qual eri si partì ditto Alvise Sagudino per andar da lui è amico di ditto Scander; laudò sier Arseni Diedo fo conte a Sibinico di haversi ben portato, et li bassà vol meter confini, et Alì bei turzimam de Achmat bassà chazergo fo fradelo dil ducha Ulacho gentilhomo nostro, et è tutto suo. Item, si dolse di Zupa esser stà tolta, che era nostra; a questo li fo risposto il Signor vol cometer, li bassà li disse, che vadi lì uno per la Signoria nostra e Ferisbei, et siano messi li confini in la Dalmatia. Item, Embrai bassà è più savio di altri e vechio, era stà maistro dil Signor, disse Zupa era dil Signor; et esso orator rispose, da la paxe in qua no, né mai mostreria questo. Item, dil navilio di sier Beneto da Pexaro, risposeno esser cossa vechia e non si troxa. Item, dil debito di sier Filippo da Canal, feno lettere fusse restituito il danno.

Item, di le do nave prese dil Permarin et Venier, risposeno era raxon, ma compida questa armada feva, il Signor le renderà, perché al presente voriano da la Signoria imprestedo navi, non che darle. Item, era stà posto una consuetudine si muor lì uno merchadante nostro, vol il Signor haver la sua roba, che trova che prima non era, et si dolse di questo a li bassà quali si scusono, el Signor vol cussì, fiorentini etiam, si à dolto, à risposto andè con Dio si non volè a questo muodo. Item, dil baylo, voleno che merchadanti elezi uno lì e il Signor lo confermerà, e non volseno mai altro ma disseno farà raxom dicendo li bayli si mandava, era spioni. Quanto a l’armata come havia scritto è tre barze, una di botte 3000 li mete 18 bombarde suso, crede non porà portar, è assai artilarie, tre nave grosse, una di bote 800, le altre 600, poi el resto di 500, 400 et 300 fin al numero 18. Item, di le galie erano a Galipoli, quello disse questa matina l’opinion sua sarà tardi per zugno, ussirà certo, dove vadi non si sa, e tropo avanti non pol restar de ussir, e l’opinion sua era anderia a Rhodi.

Item, che si voria far bona compagnia a li sanzachi, che sono 4 di la Bossina, di la Morea, di Scutari e di uno altro, quali confina con nui, e in tutto sono 4 sanzachi.

Item, il Signor à anni 57, non è prosperoso, si fa la barba spesso, à gran intrada, mete nel suo casnà oltra la spesa ducati 400 milia a l’anno, à 7 fioli, tutti à stado da per sì, uno con l’altro si vol mal, do sono di una mare, li altri de diverse done. El Signor mandò Achmat bassà prima quasi per sinichar, andò da uno di ditti fioli qual fo acetà, e l’altro li mandò a dir non venisse come sinicho perché lo segeria per mezo, e si dice per tutto Constantinopoli, sarà Signor da poi la morte di questo chi haverà più spalle.

Item, fè lezer la lettera turchesca translata, la qual sarà qui soto. Item, che a dì 18 mazo partì, et il Signor li fè le spexe a lui e a la sua fameja, non li dava aspri ma ogni zorno veniva el suo savii dil Signor, qual con il suo scalcho andava a spender, cossa mai più non fata ad altri oratori, tutti si maravejava. El dì che se partì el Signor, mandò a dirli questo: ambasador el Signor comanda tu vada via, e non vol si fazi zercha a la tua galia, dove era teste, selle, archi, etc., che non si potea trazer; sicché lo honorò assai, et quando fo a la prima porta era cussì in hordine l’ultima come la prima, et fo 4 volte a la porta in zorni 10, et che era parso di nuovo a li bassà che fosse dito in la lettera di credenza Andrea Zanchani avogador di comun vien lì orator, e li dimandò che officio è questo, li rispose di primi di la terra, disse havia bona fameja et più dil numero.

Laudoe sier Zuam Francesco Baxadona soracomito, qual vene in qua con una gomena sola di 12 charati, vene a Metelim, et il provedador Pexaro lo dovea axpectar a Syo, et se dispera, è mal in hordine quelle galie. Or ditto orator stete a Syo zorni 15 per tempi contrarii, e perché fo dito Caracassam corsaro era con alcune fuste de lì via; tandem si volse partir, et vene a Nichosia, et quel ducha vene in galia, et esso orator andò a visitar la duchessa fia di sier Matio Loredan, la qual è savia e à gran inzegno, et fa il tutto a solum quello havia in la sua camera. Quel luogo è debile, e voria si levasse el governador de lì, per la spexa. È graveda, si aspeta fazi fio. Voria con la spexa si fa nel governador poter fortifichar la terra; e non nominò sier Ambruoxo Contarini era governador lì. Or vene a Modom, laudò sier Antonio Bon solo rector, qual facea far una cisterna opera bona, et i do provedadori di l’armada si raccomandano a la Signoria.

Item, vene a Corfù ch’è forte, laudò sier Antonio Moro baylo, e lì trovò le lettere di la noticia di la liga e paxe con fiorentini. Item, disse di la rota havia abuto turchi in Polana, fo da 15 in 16 milia persone morti, è grandissimi fredi, e non per altro è di ritorno quel Stephano Carabodam che amazò 3000 turchi. Et zonto esso orator a Zara, have la lettera nostra, mandasse indrio la galia Baxadona, e non havendo navilii da vegnir fè discargar e montò su gripo. Quanto a la spexa disse: arìa potuto spender in 5 mexi ducati 750, et havia boche 30, e molti vertuosi: ha speso solum ducati 318, in spese estraordinarie ducati 594, in doni ducati 23, in corieri ducati 11, in salario di la fameja ducati 176, pagando solum 14, che suma questi ducati 650 (sic).

Laudò Marco Rizo suo secretario e Andrea di Franceschi cogitor, disse: havia patito questo viazo per lo inverno, si scusò di la tardità, nulla disse dei presenti dati, né quelli have che fo do veste, cazache d’oro etc. Le qual poi le presentò a la Signoria. Or el principe lo laudoe justa il consueto.

Kaynak Bilgisi
M. Sanuto, I Diarii di Marino Sanuto, Forni Editore, Bologna, (1969).