Urbino Dükü ile Venedik Doçu arasında Osmanlılar'ın savaş yaklaşımları konusunda fikir alışverişi.
1532, a dì 10 mazo. In Collegio.
Dimandato a lo ilustre signor duca de Urbin dal Serenissimo, se 'l credeva che 'I Turco questo anno dovesse fare impresa alcuna, et per che loco et quanto I' ha s'avesse a temer, rispose a la prima parte che 'I credeva de si, et adusse questa ragion, che non facendo impresa, havendo data fama de volerla fare el havendo già preparate tutte le cose necessarie, saria un perder tutta la reputation dil loco. Disse che se in Vienna verso Alemagna, ancora che sia contra la ragion de la guerra in questo tempo nel qual I' imperator se trovava in quelle parte tentar quela impresa, ma pur per non haver magior inimico de quelo per molti respeti, nè havendo magior armata de quelo che si dice, el credeva che facendo impresa el facesse questa de Alemagna, la qual però non si dovea molto temer sì per il valor di quela nation, come per i siti dei loci molto più comodi senza alcuno dubio a l' ordinanza et modo de combater de alemani, havendo la magior lor forza ne la fanteria, che non sono a quela de Turchi che riponeno lutte le lor speranze ne la cavaleria; soggiungendo, che se già con tanto exercito con quanto se dice che viene a la opugnation de Viena alora sprovista et defesa da poco numero de boni fanti, se ritrasse vergognosamente adietro senza poter far cosa alcuna, hora era molto più da credere che questo suo disegno debba riuscir vano, hessendo molto meglio provista che allora et difesa da molto magior numero che non fu in quel tempo. Il qual maggior numero se non fusse per altra cagione saria per questa, che omai quela nation non temerà cosi come temeva per lo inanzi, nè stimerà questi turchi tanto spaventosi quanto li stimava prima che havesse veduto con quanto poco honor erano riusciti da la prima impresa de Viena. Ne la qual impresa disse de haver batuto con l'artiglieria hor una parte de la cità hor I' altra, et quel continuo tiro de archibusi de zorno et note sono assai chiari argomenti che hanno poca pratica de le cose de la guerra, dicendo che finora non hanno combatuto con homeni, et che quela expugnation de Rodi che parve cosi gran cosa a molti appresso christiani, et che li dete tanto nome el lo fece tanto spaventoso li confirma la opinion sua, perciochè quela cità si tene molto più di quelo che si dovea lener, essendovi el Signor in persona con tanto exercito, et poi che quei capi che se atrovorno dentro a la difesa, li quali hanno in Italia multi superiori et eguali, furono alora per la comparation reputati sopra tuti et quasi facti dei, et che per ciò non si dee molto temer, et che li bastava l'animo con 10 milia tanti italiani et altretanti spagnoli electi per lui con una banda de lanzinechi, romper in una giornata el Turco per potente che 'I fusse, et con questo stesso exercito, se la guerra andasse al longo, non potendo guadagnar de quel de l'inimico, non voler perder del suo in questa parte.
Fu domandato quanti boni fanti se potriano trazer de ltalia, et qual è miglior de le 4 fantarie, Italiana, spagnola, sguizara et lanzenech. Rispose a la prima che de ltalia non si trazariano più de 10 milia boni fanti; a la seconda, che il fante spagnolo buono et buono italiano è quel istesso et dil medesimo valor, el qual però comprendendo et I' uno et I' altro, non pò farne cosa alcuna grande senza lo aiuto de lanzinech. Et di questo addusse do ragioni, la statura dil corpo, che per el più è maggior de li prediti, et il tenir curia la picca, donde vien poi che se va contra I' inimico con maggior urto et impeto che non vanno o el spagnolo o I' italiano, et che in una giornata a riportarne vitoria è cosi necessario questo lanzinech che senza lui non si dee sperar di poter far cosa buona, et qual per esser dil tuto perfeto ha appreso in queste ultime guerre quelo che li mancava, che è il modo di scaramuzar spagnolo. Il sguizaro disse che è molto bon quando è conduto per far zornata un zorno determinato, come quelo che non teme la morte et va arditamente ne li pericoli, ma che stando poi su la guera se invilisce et diventa da poco.
Concluse finalmente dicendo che'I non volea dir tutto quelo che egli credeva di questi turchi, per fugire la imputatione che li potesse esser fata de presuntuoso, che non havendo non pur combatuto con loro ma vedutoli el ne parlasse a questo modo, dicendo che questo era il vero, che mal se potea iudicar de le forze de queli con li' quali non se havea gueregiato, ma pur che I' ardiria dir così per quelo che gli havea potuto comprehendere da le imprese fate per loro, dicendo sempre che hanno poca pratica de guerra, et che da christiani non se deveno temer tanto quanto se temeno, mostrando con gesti, molto più che con lo parole questa sua opinione. Disse poi, che si ben hora il Turco per sua utilità non ardiria scoprirse nemico de questo illustrissimo Stado, che però dovendo uscir I' armata fuora, come si dice, ancora che non sia cosi terribile, come si suspetava, che laudava sumamente l' armata nostra da mare si per securtà de le cose nostre da queli corsari, da li quali, uscendo loro con armata dil Signor turco, potrà esser fato qualche danno a li nostri, quando fussamo sprovisti, come per darli ad intender che se hora che siamo in pace et senza suspeto d'esser offesi, armamo et grossamente, che siamo per fare molto più quando li venisse in animo de venir a nostri danni.
Entrò poi su la gente d' arme, di la qual disse che si dovea haver cura, et esser tenuta cara da quei signori, si perchè se potria haver bisogno de loro fra poco tempo in ltalia, come per mostrarse grati verso queli da li quali erano stati in questa ultima guerra fedelmente serviti. Et qui disse che ancora che la fanteria sia la più forte et più potente parte di I' exercito, egli non crede però che la gete d' arme sia così poco utile come da molti è tenuto, et che a creder cosi el se induce per la esperientia la qual li ha fato conoscere in queste ultime guerre la utilità di le zente d'arme. Dicendo in questo proposito, che se ben le mani de tutti i membri de l'homo operano solamente et il capo solo intende et discorre, se però tutto el corpo fosse o mani sole o capo solo non saria quel belo e quel perfeto che nasce da la varietà e da l'uso de diversi membri, cosi ancora che la fantaria faccia maggior operation che altra parte alcuna di I' exercito se però tutto I' exercito non fusse altro che fanteria saria quel deforme et mostruoso corpo nel qual non fusse altro che mani o capo, et che perciò egli laudava et la fantaria ordenaria et la gente d'arme et la cavalaria leziera, et in somma quele parte da le qual ne poteva venir un tuto perfeto.
Soggionse poi, che quela tanta archibusaria che hora se usa quasi da tutti pò esser causa de la perdita de li exerciti, imperochè ne I' affrontarsi questi tali sono el più de loro disarmati, et le vitorie tutte se aquistano più con le piche che con li archibusi, imperochè quele rompeno gli ordini, da che ne nasce la vittoria, questi inanzi I' affrontar si vagliono qual cosa; et però egli ha sempre ordinato talmente li soi exerciti, che ha voluto haver tutte le cose che hanno fato al bisogno et di tutto quanto ba bisognato , di più nulla. El questo promise di far ancora per l'avenir. A la fine oferse sè in ogni bisogno nostro, affirmando che in ogni nostro comodo era prompto a farli andare tuto quel che li poteva andare, zoè la facultà, il stato et la vita.