Kaynak Türü
RAPOR (RELAZIONI)
Cilt No /Belge No
35/0295-300
Kayıt Tarihi
Haber Tarihi
Haberin Kaynağının Adı
Lorenzo Orio
Haber Kaynağının Niteliği
Elçi
Haberin Çıkış Yeri
Haberi Alanın Adı
Pregadi
Haberi Alanın Niteliği
Devlet Kurumu
Haberin Geliş Biçimi
Anlatı
Haberin Ulaştığı Yer
Venedik
Kayıt İçeriği

Venedik'in Macaristan elçisi Lorenzo Orio'nun görevini tamamlayıp döndükten sonra 21.12.1523 tarihinde Pregadi'ye sunduğu elçilik raporunun (relazione) özeti.

Özel Not

Çeviri eksik.

Kaydın Metni

Sumario di la relatione fata in Pregadi per sier Lorenzo Orio dotor et cavalier ritornato orator dil serenissimo re di Hongaria, a dì 22 Dezembrio 1523.
Come era stato in questa legatione al serenissimo re di Hongaria mexi 55 con gran pericoli nel qual tempo era acaduto molte cosse, siccome di tempo in tempo havia con la sua solita reverentia advisà la Signoria nostra per sue letere. Al presente referiria quello li pareva russe degno di esser inteso da questo excellentissimo Senato. Et disse che quel serenissimo Re nominato Lodovico, di età anni 17, di statura di la persona come il Serenissimo Principe nostro, biancho, et si diletla molto di caze, è gaiardo, nè mai stà indarno, sempre in qualche exercitio. Se poi dir esser anzelicho; ha più lingue, videlicet la hongara, la boema et la poiana, la francese, per causa di la madre, et la latina : etiam ha la lingua vulgar italiana. Intende tutto, ma per reputazion non parla italian. li qual Re non sapeva dove fusse un ducato di la soa intrada, e si lassava governar a quelli scodevano le so' intrade, le qual è molto sminuite, e qualche volta non havia danari da spender per il suo disnar, et mandava a dimandar ducati 10 per il suo viver ad imprestedo, e poi li rendeva. Nè etiam ditto Re sa cosse di governo di Stato. Si poi dir vive come una bestia : lassa che quelli è al governo debbano loro governar il Regno, e cussi come el vien conseiato da questi el fa. Che la Rezina soa moier chiamada …sorella dil serenissimo Imperator e dil principe don Ferando archiducha de Austria, è picola, negra, sdegnosa, à il lavro cadente come a tutti quelli descesi di I' lmperalor Maximiliano et ha etiam soi fradelli. Questa è molto amata dal Re suo marito, et era prima inimicha di la Signoria nostra; ma poi fato l'acordo, è venuta amicha, et quando esso Orator li parlò, mostrò gran reverentia a la Signoria nostra; et che si dice il Re non cognosse altra dona che dita sua consorte. L' intrade dil regno di Hongaria sono a l' anno da ducati . . . . . di ordinario, per esser quel Regno più fertile di altri zoè oro e sal; ma ditte so' intrade il Re non si serve et va in malhora per non haver governo. Disse che l' Hongaria era divisa in 4 sorte : preti, zoé ecclesiastici, signori, nobili et popolari, el si governano a diete. Di preti sono do arziepiscopi, videlicet Strigoniense et . . 12 episcopi che hanno 3, 8, 10 milia ducati. Li principali signori sono el vayvoda Transilvano et il conte Paladin; il qual vayvoda à laute terre sotto di lui quasi come ha il re di Ungaria.Poi disse di la guerra con turchi, et che quando il Turcho li vene adosso per tuor Belgrado, il Re fece esercito, et che Hongari per negligentia e discordia tra quelli capi, lassò perderlo et non lo socorseno; et si dice mai hongari vete la faza dei turchi. Et non hessendo sta socorso Belgrado e poste lì zente e vituarie che I' hariano potuto far, quelli erano dentro 4 di loro ussiteno fuora et veneno in campo dil Turcho, et cussi quelli restò dentro si reseno. li qual castello di Belgrado è sul Danubio; è la chiave dil regno di Hongaria. Et disse che in quel tempo il Re adunò uno potente exercito contra Turchi di persone 110 milia, ma ditto exercito nulla fece perchè erano in quello do capitani, videlicet . . . .inimici l'uno di l'altro, et perhò non feno alcuna cosa bona contra turchi: che si fosse stia uno capitanio solo, hariano fato gran dano a turchi. Et disse che per hongari li fo levato vania che turchi haveano preso Belgrado col favor di la Signoria nostra, perchè a quella impresa nel campo dil Turcho erano artellarie grosse con san Marco suso, dicendo la Signoria ge I' havea date; e lui si andò iustifìcando, dicendo ti di le terre ne tolse il Turcho, zoè Lepanto, Modon e Coron, e non che la Signoria ge l'avesse date. Et disse e si scusò che la nova di Belgrado fo scrita per altri di qui, dicendo che hongari la tene oculta, però lui non volse scriver fino non have la verità. Disse come il Re, persuaso di Andrea dal Borgo orator cesareo existente apresso la Serenissima Regina, deliberò passar in Bohemia, sì per incoronarsi de li et haver sussidio di bohemi di danari e zente per la impresa contra turchi; et andò con la Raina credendo star 3 mexi, stete 14 mexi, e lui Orator, hauto l'ordine di la Signoria nostra, andò anche lui con gran Spesa sua, licet li fosse donà per questo Senato ducati 100, che fo pochissimo a la spexa el fece. Di la qual Bohemia esso Re non potè haver molto soccorso di zente, et ne have pochi bohemi in suo aiuto.
Poi disse di Bohemia, dil sito, qual era tutta circondà da monti. Sono bellissime zente, homini bellicosi, pomposi e poveri il forzo; portano coladene d' arzento overo di rame dorato di pocha valuta, ma par vaglino assai. Le donne belissime; et in Bohemia tutti sono heretici: hanno do heresie tra loro notabile ; quasi tutti senza confesarsi se comunicano, e fino li puti vien comunichati. Non volleno episcopi salvo uno ch' è episcopo de . . . . et preti pochissimi, si che l 'intrade loro è in man di seculari. L'altra heresia, che diniegano molte cosse che nui crediamo etc. Questi popoli bohemi amano molto il suo Re desceso di quel Casimiro che loro bohemi adorano: amano etiam la Signoria nostra, e tieneno quella habbi più danari che niun altro Re dil mondo; e volentieri voriano venir a soldo nostro. Hor tornato il re di Bohemia in Hongaria, vene il reverendissimo legato Cardinal de Minerva mandato da papa Hadriano, qual portò con lui ducati 50 milia per far exercito contra turchi in defension de quel regno. li qual Cardinal è homo fantastico e avaro, et venendo a Buda, in camino parloe con i Focher e cambiò con quelli li danari I' havia per li ori porto, et di 50 milia ne ave 10 milia ducati di più, si have 60 milia: che si havesse conduti dicti danari In Hongaria, haria fato più di ducati 120 milia per il cambiar di le monede. Et zonto a Buda esso Cardinal e il Re, feno essi hongari il tutto per haver da lui li ducati portati; ma lui non volse darli,.dicendo poi morto il Papa haver hauto letere da li cardinali che non li desse fuora si non a gran bisogno, et non hessendo bisogno non achadeva spenderli, perochè in quelli zorni vene la nuova di la rota data per Hongaria a quelli turchi; che erano da 3000 hongari villani che rupeno 10 milia turchi venuti in  . . . Et volendo hongari remeter altre zente christiane, li richieseno essi danari, et lui mai volse darli dicendo resalvarli quando si farà nova impresa. Concludendo, hongari tien secreto quando hanno danno da turchi, e dil perder di Belgrado nulla li fo dito, se lui per uno a posta che 'I mandò non fu certifichato che l'era perso. Disse come, hessendo zonto Vicenzo Guidoto secretario in suo locho, il Re si dolse molto che la Signoria non li havesse mandà nuovo orator, il che era far pocho caso de lui, che era tanto amico di la Signoria nostra. E lui Orator excusò la cosa dicendo haver richiesto più volte licentia, et maxime hessendo morto il magnifico missier Marco Orio capitanio di Verona suo barba, per il che li bisognava esser in questa terra; unde la Signoria li havia concesso licentia di repatriar, et mandato uno secretorio di la qualità l'era, et poi li manderà orator. Et con questo essi signori hongari fonno alquanto aquietadi, perochè erano in sospetto la Signoria non tenisse con Turchi et consentisse la ruina di quel Regno. Disse che nel suo partir quel Serenissimo Re zerchava adunar uno exercito di hongari, bohemi, poloni, e con I' aiuto li deva suo cugnado don Ferando arciducha di Austria, et non lo potendo far a suo modo, con il qual potesse invader turchi, volea far paxe con esso Signor turcho al meglio poteva, e con le zente l' havia corer a ruina di christiani in Alemagna overo in Italia, e riscunderse per questa via de li danni hauti, vedendo li Principi christiani darli pocho aiuto.
Disse come, tolto licentia da quella Maestia, venendo per strada a Posonia, scontrò in Vincenzo Guido secretario nostro il qual havia hauto naufragio di le sue robe passando il lago di Villacho, con il qual poi hne audientia dal Re et si partì per repatriar; il qual secretario fa bon oficio et farà, per esser praticho de li. Disse come el si ha ritrovato a . . . . . con il illustrissimo Ferrando archiducha di Austria reduto in colloquio con suo cugnato Re di Hongaria, con gran pompa e triumpho. li qual Ferando è bello di statura, il lavro cadente, homo dispositissimo, di età anni 21, et è governado da un spagnol chiamato Gabriel Salamancha -di età di anni . . . . qual è il suo intimo secretario el consier el è chiamato Maran, il qual è homo de inzegno e di gran solicitudine, et era odiato da tutti li grandi erano in la dita corte. Questo è molto intento in far recuperar il danaro, per voler far una volta come et dice una grandiosa impresa. Et perchè quelli signori sotto posti al suo Stado poteano bater monede de arzento per privilegii hauti, lui Gabriel in nome di l'Archiduca fe' bandizar tutte ditte monede, e fera stampar nove monede col nome di ditto ferando, dil che cavava grande utilità. Et questo si levava do hore avanti zorno, deva audientia a chi voleva, e con Ferendo ha grandissima autorità. Questo, per quello si vede, voi ben mediocre a la Signoria nostra. Et che questo Ferando non amava molto soa moier ch' è sorella dil re di Hongaria, a I' oposito di quelo feva suo cognato; la qual una voila a la setimana se li inzenochiava davanti. Il qual Gabriel Salamancha era quello li meter servitori in la sua corte e feva quello el voleva. li qual Ferando molto si delectava di scientie, come è astrologi, philosophia et cosmogrephia, et di queste scientie ne havea in la soa corte do per scientia. Havia etiam lui molte lengue, la borgognona dove è nato, la spagnola dove è stato gran tempo, la francese, la alemana, la latina, e intendeva il parlar italian, licet non sapesse parlar. Questo con tempo farà grande intradu. Et che al presente è amico di la Signoria nostra, poi fato lo acordo, et carezò molto esso Orator quando lui li parloe, et non è ben satisfato di suo fradello I' lmperador. Disse, la causa di la gran autorità à questo Gabriel di Sulamancha apresso questo illustrissimo signor, è processa perchè, quando monsignor di Chievers che morite conseiava esso Imperador tenisse basso ditto suo fradello, questo a l'incontro zerchava exaltarlo et meter ben con la Cesarea Maestà; unde adesso dito signor livol render il merito. Disse di la condition di quelli signori di Hongaria che à poter e domina quel Regno, e chi è amichi di la Signoria e chi non. Poi intrò su le soe calamità patide in questa legatione, ma più presto peregrination; et ha speso oltra quello li dava la Signoria dil suo, nè per questo zerchava alcuna l'remunerazion, perchè non solum la facultà, licet sia tenue, ma la propria vita à messo e meterù come I' è ubligato di far per questo excellentissimo Stado. Et che nel suo partir il Re li apresentò un poto d' arzento dorado, poi valer zercha ducati . . . . . el qual fece portar al mastabè dil Doxe, nè richiede sia messo parte li sia dato, perchè, havendo fato il più, poi etiam far questo poche, come di raxon dia esser di la Signoria nostra. Laudò Francesco Masser fo suo secretario era li, el qual si parti avanti de lui con so' licentia per vegnir a varir di una egritudine havìa presa de li. Et disse del pericolo di la peste havìa scapolato. Concludendo, se in questa legation non ha fato il debito suo si scusa il suo pocho saper, ma sempre à hauto perfectissimo voler, etc. Laudò sier Alvixe Bon el dolor stato orator de li, suo precessor, et etiam a gran fama il qu. sier Piero Pasqualigo etiam orator di la Signoria nostra, exaltandolo super astra. Disse di rectori nostri di Dalmatia confinava con i lochi di la regal maestà di Hongaria, quali alcuni da hongari erano stà imputali haver dà favori a turchi quando veneno a Clissa, et quando fu presa Scardona, da sier Domenego Pizamano è conte a 'Trau in fuora, qual à bon nome apresso hongari, et era unico recto,. Laudò sier Pandolfo Moresini era savio a terra ferma quando acordò le cosse di danari con domino. Philippo More vene qui orator di quel Re, qual esso domino Philippo lo lauda assai che con la sua destreza conzò le differentie di danari. Laudò do . . .  sono in Hongaria, overo in . . . Laudò Bortolo Comin secretario, qual fece una elegante letera al Re . . . . Disse di secretari dil Regno. Di primarii do erano amici, videlicet . . . . . . . et do inimici, videlicet· .... ma il forzo inimici, e levavano molte vanie a la Signoria, di che era inocentissima, e lui Orator la iustifichava etc. Et cussi compite et vene zoso. il Principe lo laudò iusta il solito, et da tutto il Pregadi fo laudà haver fatto bellissima relatione. Stete zercha do ore in renga, et niun di Collegio messe parte di darli la copa, come si suol meter a li altri oratori, havendo lui ditto non la voler.

Kayıt Özeti

21.12.1523 tarihinde Pregadi'de sunulan elçilik raporunun özeti. Elçi sunumuna Kral Layos'un kişiliği, genç olması ve iyi bir yönetimde bulunmamasıyla anlatıma başlamıştır. Kral Layos pek çok dil konuşmakla beraber italyanca konuşamamaktadır. Gelirinin yönetimi hakkında fikri yoktur ve hazine yönetimini geliri çarçur edenlerin eline bırakmıştır. Daha sonra kralın eşi Maria von Habsburg'dan bahsetmiş, kendisinin kral tarafından çok sevildiğini, Venedik'e başta düşman olduğunu ancak daha sonra anlaşmaya varıldığını ve dostları olduğunu belirtmiştir. Macaristan Krallığı gelirinden bahsedilmiş, ülkenin bereketli toprakları olduğundan ancak Kralın kötü yönetimi nedeniyle kendisine bir faydası olmadığından bahsetmiştir. Devamında Macar toplumunda sınıflar şu şekilde özetlenmiştir: din adamları ki aralarında en güçlüleri kardinal Strigioniense olarak anılan kişidir, beyler, soylular ve halk. Beyler arasında en nüfuzlu olanları Erdel Voyvodası Janos Zapolya ve Stefan Bathory'dir (Conte Palatino).
Belgrad'ın Osmanlılar tarafından ele geçirilmesine değinilmiştir. Bu son derece önemli ve "Macaristan'ın anahtarı" olarak anılan kalenin ele geçirilmesi Macar ordusunun başındakilerin vurdumduymazlığı ve aralarında anlaşamamalarının bir ürünü olarak sunulmuştur. Kral Layos'un 110.000 kişiden oluşan büyük bir orduya sahip olduğu ve Osmanlılara karşı gideceğinden bahsediliyor olsa da bu ordunun asla Osmanlılar ile yüzleşemeyeceğinden çünkü bu bahsedilen ordunun başında birbiri ile düşman olan iki komutan olduğu ve tek bir komutan olsa Osmanlılara büyük zarar verilebileceğinden söz etmiş. Macarlar elçiye Osmanlıların cephanelerinde Venedik armalı silahlar gördüklerinden ve bu nedenle Osmanlıların Belgrad'ı Venedik'in yardımı sayesinde ele geçirdiklerine inandıklarını söylediklerinde elçi bunu kabul etmemiş ve bu silahların varlığını daha önceki savaşlarda Osmanlılara kaybedilen Venedik şehirlerine (İnebahtı, Modon, Koron) bağlayarak açıklamıştır. Elçi Belgrad'ın alınmasını başka yerlerden duydukları için özür dilemiş, çünkü Macarlar konunun gizli kalmasını istiyorlarmış ve elçi de haberin doğruluğundan emin olana kadar yazmak istememiş.
Orio İmparator'un elçisi Andrea dal Borgo'nun Kral Layos'u Bohemya'ya geçmeye ve orada taç giymeye ikna ettiğinden bahsetmiş. Borgo bunu Osmanlılara karşı yapılacak savaşta para ve adam sağlanabilmesi için yapmış. Böylece Orio kral ve kraliçe ile beraber Bohemya'ya 3 ay kalmak üzere gittiğini düşünerek yola çıkmış, kalışları 14 ay kadar sürmüş ve büyük masrafa yol açmıştır. Senato ona bu durum için 100 duka yollasa da bu masraflarının çok azını karşılayabilmiştir. Kral Layos Bohemya'da az sayıda yardım bulabilmiştir.
Orio, raporunun devamında Bohemya halkı hakkında görüşlerini belirtmiş, Kralın oradaki popülerliğine değinmiştir. Bu görüşlerinin arasında halkın "dinsiz" sayılabileceğinden, oradaki piskoposların azlığından, gelirin din dışı kesimin elinde bulunduğunda da bahsetmiştir. Venedik Bohemya halkı tarafından varolan krallıkların en zengini olarak görülmektedir. Kral Layos Macaristan'a Papa VI.Hadrianus tarafından yollanmış kardinal Tommasa de Vio ( Kardinal de Minerva olarak da anılan) ile beraber dönmüştür. Kardinalın himayesinde Macaristan'ı savunmak için Osmanlılara karşı yapılacak savaşta kullanılacak 50.000 duka bulunmaktadır. Bahsedilen Kardinal elçi tarafından "harika ve cimri" biri olarak anılmakta olup, Budin'e gelir gelmez Banker aile Fuggerler ile görüşüp getirdiği miktarı altın ile değiştirmeye çalışmıştır. Budin'e vardıklarında ise Kardinal bahsedilen parayı vermek istememiş, Papa VI. Hadrianus'un öldüğünden ve Roma'daki kardinallerden gelen emre göre aşırı gerekmediği sürece parayı kullanmaması gerektiğini belirtmiştir. O sırada gelen Osmanlıların 3000 Macar köylüsünü yok ettiği (?) gelmiş ve bunun üzerine Macarlar parayı kullanmak istediklerinde ise Kardinal gene reddetmiş, parayı yeni bir savaş hazırlığı yapıldığından kullanılmak üzere sakladığını bildirmiştir. Kısacası Macarlar Osmanlılar tarafından verilen zararın boyutunu saklıyorlar ve Belgrad'ın kaybedilmesi hakkında hiç bir şey söylemiyor ve konuşmuyorlar.
Venedik'in Lorenzo Orio'nun yerine yolladığı katib Vincenzo Guidotto Budin'e ulaşmış ve Kral elçinin gitmesinden ve yerine elçi gelmemesinden duyduğu üzüntüyü dile getirmiş, Venedik'in dostu olduğunu söylemiştir. Elçi Orio da bunun üzerine Venedik'ten geri çağrılma izni istediğini, akrabasının öldüğünü ve orada olması gerektiğini söyleyip sonunda iznin geldiğini ve yerine gelen katibin son derece işinin ehli olduğunu ve en kısa zamanda yeni bir elçi yollayacaklarını da belirtmiştir. Bunun üzerine Venedik'in Macaristan'ın yıkımını görmek istediğinden şüphelenen Macar soylular biraz olsun sessizleşmişler.

Kaynak Bilgisi
M. Sanuto, I Diarii di Marino Sanuto, Forni Editore, Bologna, (1969).