Kaynak Türü
RAPOR
Cilt No /Belge No
34/13-16
Kayıt Tarihi
Haber Tarihi
Haberin Kaynağının Adı
Taragon, Gabriele
Haber Kaynağının Niteliği
Tüccar
Haberin Çıkış Yeri
Haberi Alanın Adı
Belirtilmemiş
Haberi Alanın Niteliği
Belirtilmemiş
Haberin Geliş Biçimi
Rapor
Haberin Ulaştığı Yer
Venedik
Kayıtta Adı Geçen Yer İsimleri
Kayıt İçeriği

Rodos'da ikamet eden tüccar ve görgü tanığı Gabriele Taragon'un Rodos'un teslim sürecini detaylarla dile getirdiği rapor

Kaydın Metni

Relation sumaria di mi Gabriel Taragon, che era merchadante in rhodi, fata ad istantia de tutto guesto magnifico rezimento et magnifico capitanio, da poi la misera deditione di Rhodi

lo son venuto in questa cità cum la mia fameglia per star o andar dove Dio et la mia fortuna me guidera; ma mi ha parso for questo oficio de visitation di le Signorie Vostre per la servitù che io ho hauto sempre a la illustrissima Signoria di Venezia, adcio la intendi alcune cose degne de sua cognitione. Et prima, o di 20 Dezembrio fu pateito per reverendissimo Gran Maistro et suo Conseglio, far la deditione de la terra al Signor Turcho, qual a l'incontro promesse cum suo iuramento de salvar tutti cum li lor beni, et cum libertà che chi volesse partire di poterlo far, salvo I' haver, et le persone. Chi veramente volevo restar potesseno remanir, che saria ben tratati cum cassi bone conditione come erano al tempo della Religione, come è seguito. Di le condition promesseno, parte non furono observate, perchè el zorno de Nadal intrò Farach bassà cum più di 60 milia turchi ne lo terra senza notabel lesione de li habitanti; tamen doveano indusiar a intrar, per la forma di capitoli, zorni 10. Item, ne doveva esser dati navilii per condur le persone et beni nostri, qual non ne son stà dati; ma siamo partiti cum altri navilii. Ne è stà ben servi la fede in lassarne partir cum le famiglie nostre et beni, et quelli volseno restar sono restati senza alcuna lesione fin al nostro partir. Domandato quanti zorni avanti la condition di pati fu promesso di venir parlamento, respondo zorni 12 avanti, perchè vene un certo zenovese renegato a li repari, elt disse a uno de la guardia che andasse a chiamar uno Marchiò de Via rhodioto. Quel de la guardia lo rebalete comandando fosse dato foco a una artellaria, et ditto zenoese se parti. Et referita tal proposta a li governatori di la cita, lo hebbeno molesto ch’el ditto zenovese non fusse stà aldito, maxime havendo ditto voler parlar di ordine dil Signor per ben di la cità. Et però fu deliberato di levar bandiera bianca de parlamento; et cussì ae fue da turchi coresposo; et furon mandati due di la terra cum instruction che dicesseno al Signor turco, esser stà alli repari uno che haveva ditto voler parlar a quelli della terra di ordine di sua signoria per ben di la città, qual era stà reiecto, che fu cosa molestissima a monsignor Gran maistro et li governatori, quali per tal causa deliberano mandar loro oratori per intender da Sua Maestà quanto el comandava. Quelli androno prima da Ameth hassà, dicendo voler parlar al Signor, et ditoli la comissione soa, zoè dil venir dil zenovese per nome di sua signoria, che diceva venir par ben di la citta, erana venute per intender la sua volonta; qual Signor rispose voler la sua terra di Rhodi sicome lo haveva fato intender al Gran Maistro avanti el venir e se acampasse li, et che lui non haveva mandoto alcun a instar de tratar alcuna cossa. In questo parlar, Ameth bassà comenzo, a persuader o diti oratori che 'frusse data lu sua terra al Signor, qual era contento tutti fosseno salvi cum ti lor beni, et prometea che chi volea partirse cum le sue fameglie et facultà fusseno in libertà, quelli veramente che volesseno restar sariano 'ben tractati et teneriano li lor beni come prima ; per il che ditti oratori disseno voler referir questo al Gran Maistro et governatori di 'la terra. Et cumquesto tornorono in Rhodi. Referita la risposta del Signor, parte di la terra rimaseno contenti di darse, et parte non volea per alcun modeo consentir, ma li primi voleano acetar le conditione offerte; fra li quali domino Gabriel de Martinengo et fra Jani. A li renitenti de darsi feceno molte prediche et exhortazione, facendo la cossa de Rhodi disperata, asserendo non esser muodo alcuno da poterse più tenir; et in questo mezo compite la triegua che era fra la terra et campo, et fu principià strenzer assà la terra, preseno alcuni repari, furono falle mine et altre cosse che non erano. Talchè vedendo tutti le cosse disperate, concluseno di far la deditione et mandorono in campo dui oratori per nome di la terra, et dui per nome di la Religione, cum el consentimento de li Capituli. Et cussì da poi 12 zorni che andorono la prima volta li doi primi oratori al Signor, fono conclusi li ditti capituli et iurati per il Signor. Qual dedition conveneno de esser fata zorni 10 da poi la ditta conclusion. Oltra que sto, per la reverentia ho a la religion christiana et a la Illustrissima Signoria, azonzo che atrovandome dapoi intrato Ameth bassà in la terra, fui ricerchato da lui de restar de lì per esser mi informà de haver gran facultà, cum promissione de tratarmi bene et darne muodo de acresser la mia facultà, dicendomi: “Tu vedi in che bel sito è questa terra, che corresponde in Soria, Cypro, Constantinopoli, Candia et molti altri lochi; sappi, la disposition dil Signor esser presto di tuor la impresa di Candia et Cypro, perchè non vuol altri habbia a far in questi mari, il che seguendo, quelli che starano a Rhodi sarano in loco molto ato e comodo a la mercadantia”. Et cum questo me voleva persuader a restar de li; ma me excusai sotto pretesto de haver prestà tutti li mei danari a questi de la Religione, quali me doveano restituirli in diversi lochi dove erano per andar, perchè in Rhodi non haveano el muodo. Et cossi cum più cauto modo possibile ma parlii per forza de gran presenti de arzenti et altre cosse preziose a Peri et Ameth bassà, a lo agà de janizari et al subassi futuro de la terra, et cussi son venuto qui. Non restarò de dir che mazor miracolo è stato, che essendo la terra redduta a extremità, siamo stà servati salvi in haver e in persona; che se del tutto la terra fosse rimasa libera de la obsidione, perchè da tre parte erano ruinate le mure, taiate a le radice sichè gran parte erano in poter de' inimici cum le lor bandiere sopra, et erano penetrali ne la terra per gran spacio che altro non ne che dividevano salvo che certo reparo, qual subito cum la prima bataglia haveria expugnato, et nui tutti tagliati; unde reputamo per miracolo de San Zuane esser salvi. Ma veramente la fede servata per el Signor è stata cum grande astuzia et conseglio, che harendo obiecto de procieder più oltra, ha voluto dar esempio a tutti che chi venirano a la deditione, de li lochi tengono, haverano simil conditione, et serà servato la fede a loro come è stata a nui. Et questo non è stà veder del Signor, qual da se fa puoco; ma de Perì el de Ameth bassadi che governano el tutto. Domandato quante persone siano morte in Rodi, dico, fra per bataglia et per infermità circa 3000; et zà erano venuti a la fine de polvere, per mancamento de le quale non potevano usar più artellarie grosse; et cossi de ogni altra cossa necessaria. Domandato quanti se siana esser morti in campo et in l'armata, dico, per relazione di un zerman cuxin de Ameth bassà, da 80 in 100 mila persone, de i quali fono 50 mila combatenti. La sua armata poenitus deserta, spoiada che homeni et de ogni cosa necessaria. Che se fusseno venute 40 delle galie sotil, cum el clarissimo Zeneral, haveriano ruinato tutta l'armata, et facilmente haria auto el Signor per prexon; perchè a le fiate el campo restava con poche persone che per diversi officii passavano al Phisco el altri lochi. Nè per questo si creda ch'al Signor turco non siano restate ancor zente assai da conto, perchè, da poi la conclusion de' capitoli sono stato in campo et ho visto tanto numero di valenti homeni per aspeto et per habito, che era un stupor a vederli. Nè è da meravegliarsi che essendo morti tanti ne sia rimasti ancora in cussì gran numero, perchè, per la informazion ne ho, è stà a questa impresa da persone 200 milia, de i quali ne erano settanta milia guastadori.

Die 6 Januariii 1522

Kaynak Bilgisi
M. Sanuto, I Diarii di Marino Sanuto, Forni Editore, Bologna, (1969).